Imparare dagli errori: incidenti in attività di taglio del legno
tratta da puntosicuro.it, di Tiziano Menduto
Esempi tratti dall’archivio Ispesl Infor.mo.: incidenti relativi all’utilizzo della sega circolare in attività di taglio del legno. Gli errori procedurali, l’importanza delle cuffie di protezione, i requisiti di sicurezza e le misure di prevenzione.
Continuiamo a parlare di incidenti relativi all’uso di un’attrezzatura di lavoro correlata ad un alto numero di infortuni: la sega circolare.
A differenza della precedente puntata di “Imparare dagli errori” – dedicata agli incidenti nell’uso di sega circolare e a nastro in tutti i comparti lavorativi e per il taglio di diversi materiali – ci soffermeremo sui casi di infortunio e sulle prevenzioni possibili relative al comparto del legno o, comunque, ad attività di taglio del legno.
Le dinamiche degli incidenti che presentiamo sono tratte dall’archivio di INFOR.MO. – strumento per l’analisi qualitativa dei casi di infortunio collegato al sistema di sorveglianza degli infortuni mortali e gravi.
I casi
Il primo caso è relativo alla prima lavorazione del legno con sezionamento di tronchi per realizzare tavolame.
Un lavoratore sta operando con una sega circolare multilama e sta inserendo una tavola spessa circa 6 cm, lunga circa 107 cm e larga circa 35 cm che deve “essere sezionata in più listelli per la successiva costruzione di bancali in legno”. La tavola presenta “un’evidente curvatura verso l’alto” : sarebbe probabilmente andata ad urtare contro qualche elemento fisso della macchina e quindi non trascinata all’interno.
Il lavoratore quindi, “dopo avere probabilmente sollevato di qualche millimetro il basamento superiore dove sono installati i rulli pressori al fine di facilitare il passaggio della tavola, facendo uso di una tavola rinvenuta nelle vicinanze del luogo dell’incidente”, spinge la tavola con forza all’interno della macchina “appoggiandosi probabilmente con il ventre”.
All’improvviso la tavola viene “rifiutata” con violenza dalla macchina colpendo all’addome il lavoratore che cade al suolo e, successivamente in ospedale, muore.
Benché l’infortunato avesse grande esperienza (aveva lavorato in segheria per circa 39 anni) si rilevano alcuni errori procedurali.
Nella conduzione della macchina per la lavorazione del legno l’infortunato “ha operato in zona potenzialmente pericolosa per il pericolo di rigetto del pezzo ed in modo pericoloso spingendo una tavola che per la sua conformazione non veniva trascinata normalmente all’interno della macchina ed andava scartata”.
E riguardo alla macchina è da rilevare che “la zona di inserimento pezzi della multilama, nonostante la macchina sia dotata di 4 serie di nottolini antirigetto del pezzo ed antischegge, è comunque zona potenzialmente pericolosa”.
Il secondo caso è relativo ad attività di taglio di tavole mediante sega circolare per realizzo di casseforme (involucri utilizzati in edilizia generalmente associati alle opere in calcestruzzo armato).
Il lavoratore esegue il taglio di alcune tavole con una sega circolare.
Per “accelerare l’operazione di taglio” ne sovrappone tre o quattro e regola quindi la cuffia di protezione ad altezza di circa 10 cm.
Durante il taglio – “probabilmente per la presenza di un chiodo o di un nodo” – la mano destra perde la presa e viene a contatto con la lama della sega.
I fattori determinanti dell’incidente sono il taglio di tavole sovrapposte e l’uso della macchina per taglio con cuffia di protezione sollevata.
Il terzo caso è relativo ad attività di armatura di un muro di contenimento.
Un lavoratore, mentre sta completando il taglio di una tavola di legno, “per ricavare un listello di piccole dimensioni (20X30 mm per una lunghezza di 600)”, s’avvicina con la mano destra alla lama in movimento della sega circolare multilame, con indossato un guanto che s’impiglia sulla lama stessa con conseguente trascinamento della mano contro l’utensile e amputazione di due dita.
La sega circolare “era provvista di cuffia di protezione”.
In questo caso le cause dell’incidente sono il mancato uso dello spingitoio, l’avvicinamento della mano alla lama della sega circolare e l’uso di un DPI che si impiglia nella macchina.
Infine un ultimo caso relativo ad attività di falegnameria.
Il lavoratore utilizza una sega circolare per “realizzare dei cunei in legno ricavandoli da dei travetti in legno (i cunei da realizzare misuravano 7,5 x 7,5 x 15 cm)”.
Dopo aver realizzato 5/6 pezzi si infortuna “urtando con la mano destra contro la lama in rotazione”. La sega era priva di cuffia di protezione.
La prevenzione
Riguardo alla prevenzione nell’attività di taglio del legno sono stati pubblicati in questi anni diversi documenti.
Ad esempio nel documento “ Salute e sicurezza dei lavoratori del legno – Linee guida per gli operatori del comparto”, curato dall’Area Igiene Industriale dell ’ASL Roma F, sono riportati i requisiti di sicurezza per una sega circolare:
– “riparo di protezione degli organi di trasmissione del moto: il riparo può essere di tipo fisso o mobile interbloccato;
– cuffia di protezione del disco sega: per le macchine che montano dischi fino a 315 mm di diametro, la cuffia di protezione può essere fissata al coltello divisore. Le macchine che montano dischi di diametro superiore a 315 mm devono avere la cuffia di protezione montata su supporti separati dal coltello divisore;
– coltello divisore: per evitare il rischio di proiezione del pezzo,la macchina è dotata di uno o più coltelli divisori. Il coltello divisore va posizionato posteriormente alla lama”;
– “comandi di avviamento, arresto ed emergenza: i comandi sono generalmente posizionati ad un altezza minima da terra di 60 cm e sono posti su un pannello pensile mobile, o sul fronte/fianco della macchina sotto il piano di lavoro”. In particolare è impedito il “riavviamento automatico, nel caso d’interruzione dell’alimentazione elettrica, dopo il ripristino dell’alimentazione stessa”.
La macchina deve essere “fornita di una guida regolabile per la lavorazione del pezzo e di una guida a squadrare fissata al piano di lavoro”.
In relazione alla campagna straordinaria di formazione promossa il 24 settembre 2010 dalla Regione Veneto, è stati pubblicato sul sito viversicura.it il documento “ Mani sicure: prevenzione infortuni in falegnameria” prodotto dall’Azienda Ulss 21 Legnago e contenente un protocollo di lavoro sicuro per le cinque macchine base per la lavorazione del legno: sega circolare, sega a nastro, pialla a filo, toupie, troncatrici.
Oltre a indicazioni dettagliate, nel documento sono presenti anche alcune indicazioni valide per tutte le macchine suddette:
– “installare un dispositivo che, in caso di interruzione della fornitura di energia elettrica, impedisca il riavviamento automatico della macchina al ripristino della tensione;
– predisporre sostegni per i pezzi più lunghi del piano di lavoro delle macchine, sporgenti a sbalzo e instabili (ad esempio tavole di prolungamento, rulliere ecc.);
– verificare l’affilatura e l’integrità degli utensili;
– prima di iniziare il lavoro, esaminare il pezzo per individuare la direzione delle fibre e, per quanto possibile, la presenza di difetti” (ad esempio corpi estranei, nodi, cretti, fessurazioni, cipollature, legno imbarcato o forato, legno “sobbollito”);
– “gli spingitoi sono accessori di lavoro fondamentali. Ogni macchina deve avere in dotazione i propri, collocati in modo ordinato e sempre a portata di mano, ad esempio su rastrelliere a parete o appesi ad appositi ganci fissati al piano di lavoro delle macchine”.
Pagina introduttiva del sito web di INFOR.MO.: nell’articolo abbiamo presentato le schede numero 668, 1662, 2370 e 2599 (archivio incidenti 2002/2004).
Questo articolo è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.