Quali bisogni emergono in ambito Comunicazione Tecnica a livello europeo?
“If You Can’t Measure It, You Can’t Improve It” (Peter Drucker)
Così iniziava l’intervento di Andrea Martignoni (ServiceMax from GE Digital), uno dei relatori al convegno svoltosi a Verona e organizzato dalla COM&TEC qualche settimana fa dove il tema centrale è stato “i bisogni della comunicazione tecnica a livello europeo“. Frase, quella di Drucker, che ha generato un processo di meditazione e realizzazione non di quello che sto facendo, ma come lo sto facendo.
Analizzando la frase di Drucker si realizza che non è possibile sapere se si avrà successo o meno, a meno che il successo non sia definito e tracciato, un po’ come un testo letto in metrica. Grazie a questa metrica è possibile quantificare i progressi e adeguare il proprio processo per produrre il risultato desiderato.
Morale: senza obiettivi chiari sei bloccato in un costante stato di ipotesi.
Il periodo delicato del comunicatore tecnico
Il Comunicatore tecnico sta vivendo in un periodo molto delicato. È facile infatti perdere il senso dell’orientamento mentre navighi in un mare di knowledge base, machine translation, tools, Industria 4.0, realtà aumentata… cadenzato da tempi brevi, scrittura di qualità, traduzione di qualità, glossari, check list, frasari, linee guida. Ovviamente cambiando l’ordine d’importanza al cambiare della richiesta del mercato.
Rischiando di rimanere impantanato in quello stato d’ipotesi descritto prima.
Ma chi è il mercato?
Il mercato è la nuova generazione, che essa sia utilizzatore o fabbricante. Il mercato sarà sempre rappresentante delle nuove generazioni e quindi esisterà sempre un nuovo modo di approcciarsi al mondo. E al redattore tecnico l’amaro compito di riuscire a stare in costante formazione e aggiornamento al passo con le richieste.
Il traduttore tecnico naturale alleato del redattore tecnico
In tutto questo mare il redattore tecnico ha un alleato: il traduttore tecnico!
Redattore e traduttore sono i due attori principali nella documentazione tecnica e le loro competenze si intrecciano e si contrappongono allo stesso tempo. Sanno bene che le aspettative dei clienti sono elevate e sanno altrettanto bene che la collaborazione tra di loro è fondamentale.
Riuscire a produrre velocemente senza perdere la qualità, anzi, paradossalmente, riuscendo ad aumentare la qualità! Estrema importanza nella traduzione, sottovalutata molte volte, è la qualità ancor di più del tempo. Quindi l’impatto della qualità nei contenuti originali è di vitale importanza per la salvaguardia della qualità della traduzione.
C’è ancora, però, un problema di comunicazione (ironico a scriverlo) tra i nostri due attori. Come se concentrati sul loro ramo di specializzazione sottovalutassero le problematiche l’uno dell’altro.
E qua nasce la domanda finale:
Come possiamo colmare il divario invisibile tra redattore tecnico e traduttore tecnico?
Con la condivisione! Ma non la condivisione semplice e quasi banale di una fredda termbase. Qualcosa di più importante e probabilmente più faticoso da costruire.
“The importance of sharing knowledge to improve the localisation process” affermava Brigitta Meex , ultima relatrice al convegno, sottolineando successivamente una cosa importantissima: traduttore e redattore devono condividere la formazione. Il redattore deve sapere quali sono i processi di traduzione, conoscere la normativa UNI EN ISO 17100 ma soprattutto quali sono le problematiche derivate da un documento di bassa qualità. Dall’altra parte è ormai necessario che il traduttore tecnico conosca il processo redazionale legato alla Direttiva Macchine come se fosse esso stesso un redattore tecnico.