
13855 Posizione delle protezioni in funzione della velocità di avvicinamento di parti del corpo umano
Ci sono tre norme da tenere ben presente quando si calcolano spazi liberi ed altezze di strutture di protezione o installazione di barriere di sicurezza.
Adesso è il tempo della UNI EN ISO 13855 una norma importante da sapere e utilizzare non durante i sopralluoghi ma al tavolo a casa o in ufficio. I rilievi per il calcolo però vanno fatti al sopralluogo. A volte basta poco per sapere dove posizionare una barriera di sicurezza. Uno schema ci fa capire quali sono le distanze da rilevare:
Dove:
- a è l’altezza del punto pericoloso.
- b è l’altezza della protezione.
- Cr0 è la distanza ricavabile dalla tabella che vedete sotto per evitare il raggiungimento del punto pericoloso scavalcando la barriera (protezioni meccaniche combinate con fotoelettriche)
- Al posto ci Cr0 si può usare C: velocità di penetrazione del corpo umano o un suo arto, da scegliere in base al contesto
- K è la costante di velocità (è variabile, vedete la norma completa)
- T è il tempo di arresto dell’organo mobile. Devono essere sommati tutti i tempi di commutazione dei dispositivi che partecipano alla funzione dal sensore all’attuatore)
indicano l’alte della protezione fissa in funzione della distanza dal punto pericoloso per impedire il passaggio del braccio al di sopra della protezione. Così si evita il contatto con organi in movimento. Ci sono altre tabelle che indicano le distanza per impedire il raggiungimento del punto pericoloso con braccia, mano, dito e gambe.
La formula per il calcolo è:
S = (K x T) + C
S: distanza di sicurezza minima