Imparare dagli errori: uso e manutenzione di una motosega
Esempi tratti da Suva e dall’archivio Ispesl Infor.mo.: incidenti nell’utilizzo e nella manutenzione di motoseghe in attività di manutenzione del verde e abbattimento alberi. La dinamica dei fatti, la formazione mancante e la mancanza di DPI.
Riprendiamo la nostra rubrica, dedicata agli esempi di incidenti di lavoro e di misure preventive per evitarli, scegliendo un attrezzatura di lavoro a cui sono correlati un gran numero di infortuni professionali: la motosega.
Presentiamo alcuni casi guardando contemporaneamente sia ai casi raccolti nell’archivio di INFOR.MO. – strumento per l’analisi qualitativa dei casi di infortunio collegato al sistema di sorveglianza degli infortuni mortali e gravi – sia alla piccola raccolta di infortuni operata da Suva, istituto svizzero per l’assicurazione e la prevenzione degli infortuni.
La manutenzione delle motoseghe
Il primo caso, tratto dagli esempi raccolti da Suva, fa riferimento alle lesioni riportate da un dipendente di un’azienda durante la pulizia della catena di una motosega.
Il lavoratore “sta pulendo la catena di una motosega con una spazzola metallica, montata sull’albero di una mola fissa”: afferra la catena “con entrambe le mani e la avvicina alla spazzola metallica in moto. Improvvisamente, la catena rimane impigliata nella spazzola e viene strappata dalle mani dell’uomo. La catena continua a girare finché un’estremità colpisce l’uomo con un guizzo violento. Al primo giro la catena mozza l’indice, il medio e l’anulare della mano destra. La catena colpisce il povero lavoratore al collo, alla spalla destra e al ventre”. Quando la catena sta per impigliarsi negli abiti, il lavoratore “riesce a spingere lontano dalla parete la mola, che non è fissata al pavimento, in modo da staccare la spina dalla presa” e probabilmente salvarsi la vita.
Le indagini hanno riportato che “il dipendente, pur conoscendo i pericoli, li ha sottovalutati e ha pulito la catena con la spazzola metallica”.
Per evitare simili infortuni – oltre a verificare la conformità della macchina, i suoi requisiti essenziali di sicurezza e salute e il suo stato – è necessario “definire di comune accordo con i dipendenti un regolamento sull’uso degli accessori (regole di comportamento)” e istruirli sull’uso in sicurezza delle molatrici.
Suva ricorda che nei sopralluoghi nelle aziende i problemi più frequenti con lemolatrici sono:
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mancanza di ripari;
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mancanza degli occhiali di protezione sul posto;
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eccessiva distanza dei supporti dalla mola;
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gli accessori come la spazzola metallica o il disco per lucidare sono sempre montati, anche se vengono usati raramente.
La motosega e i rami in caduta
Questo secondo caso, tratto sempre da Suva, è relativo all’attività di abbattimento di un vecchio faggio in un bosco.
In particolare l’infortunio “è avvenuto su un terreno in pendenza. Con la motosega, l’operaio aveva direzionato la caduta verso valle, rispettando l’inclinazione naturale dell’albero. Una volta ultimato il taglio di abbattimento, è stato colpito con violenza alla testa da un ramo che si era staccato”.
L’indagine successiva “ha rivelato che il ramo si era staccato da un albero vicino ed era già parzialmente marcio”. Ma l’albero e i dintorni erano stati esaminati correttamente? Era stato individuato un luogo di ritirata sicuro?
Per evitare infortuni di questo tipo Suva suggerisce di:
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“fare in modo che tutti i collaboratori ricevano la giusta formazione di base per le attività che devono svolgere e seguano regolarmente dei corsi di aggiornamento/perfezionamento;
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prima che abbia inizio la stagione dei tagli, ripetere i criteri per la valutazione dell’albero e della zona circostante e ricordare le regole di sicurezza e comportamento. Ribadire soprattutto l’importanza di un luogo di ritirata sicuro”;
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“prima di procedere all’abbattimento, valutare con attenzione l’albero e la zona circostante per stabilire qual è la tecnica di taglio più sicura”
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prima di procedere al taglio, stabilire il luogo di ritirata, rendere agibile la via di ritirata e contrassegnarla in modo ben visibile”.
Inoltre non appena effettuato il taglio di abbattimento:
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“mettersi rapidamente in sicurezza nel punto di ritirata;
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da lì osservare la chioma dell’albero e il corridoio di caduta;
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attendere che l’albero abbia completato l’assestamento a terra;
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tenere sott’occhio i rami che sono rimasti impigliati durante la caduta”.
La motosega e i dispositivi di protezione
Un breve caso, simile al precedente, si può ritrovare invece in INFOR.MO. e riguarda le attività di manutenzione del verde in un campo sportivo.
Il lavoratore “mentre tagliava un ramo con una motosega, questo gli cadeva in testa”.
Infatti il ramo da tagliare “era al di sopra della sua altezza e l’infortunato lo stava tagliando da terra in piedi”.
Le indagini hanno accertato non solo che non esisteva una valutazione dei rischi dell’attività, ma anche che il lavoratore non indossava un casco di protezione.
Un caso che raccoglie diversi errori procedurali: sostare sotto la zona di taglio e non utilizzare un DPI protettivo per la testa.
La prevenzione
Come avevamo già ricordato in una precedente puntata di “Imparare dagli errori”, probabilmente questi infortuni non sarebbero accaduti se il personale fosse stato formato sia alle buone pratiche nell’uso e nella manutenzione della motosega, sia all’adozione di idonei DPI. Dispositivi che, come indicato dal Decreto legislativo 81/2008, devono:
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essere forniti dal datore di lavoro quando i rischi non possono essere evitati in altro modo;
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essere utilizzati dai lavoratori;
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essere adeguati alle condizioni esistenti sul luogo di lavoro.
Riportiamo infine alcune misure di prevenzione e buone pratiche operative nell’uso delle motoseghe, tratte dal documento “Principali problematiche di sicurezza ed igiene del lavoro osservate ed aspetti di prevenzione da migliorare nelle Aziende della manutenzione del verde”:
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“utilizzare unicamente macchine in buono stato di manutenzione (lame affilate, con dispositivi di sicurezza efficienti);
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affidare questa macchina solo a lavoratori altamente addestrati”;
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“usare correttamente i DPI” (ad esempio, anche in riferimento ai casi analizzati: elmetti protettivi, occhiali di protezione, visiere, guanti, indumenti antitaglio, cuffie per rumore, scarpe di protezione o stivali antitaglio, …);
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“allontanare gli estranei alle lavorazioni ed anche i colleghi a distanza di sicurezza;
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la messa in moto deve avvenire con la motosega appoggiata al suolo, avendo cura che la catena dentata risulti sollevata da terra. Per l’avviamento non arrotolare alla mano o alle dita la fune di avviamento onde evitare traumi nell’eventualità di un contraccolpo del motore;
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lasciare scaldare il motore e poi portarlo a regime accelerando gradualmente;
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le operazioni di taglio devono essere condotte sempre con entrambe le mani ad impugnare l’attrezzo nelle sedi apposite;
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non esercitare una pressione eccessiva sull’attrezzo per affrettare il taglio;
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spegnere l’utensile nelle pause di lavoro; quando acceso non lasciarlo mai incustodito;
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non effettuare manovre imprudenti; per nessuna ragione, a macchina in moto, avvicinare gli arti superiori alla zona di taglio” per rimuovere pezzi inceppati o altro.
N.B.: Gli eventuali riferimenti legislativi contenuti nella pagina web di Suva dedicata all’incidente riguardano la realtà svizzera, i suggerimenti indicati sono comunque utili per tutti i lavoratori.
Suva, pagina web dedicata all’incidente relativo alla manutenzione di una motosega.
Suva, pagina web dedicata all’incidente relativo ai rami in caduta.
Pagina introduttiva del sito web di INFOR.MO. per visualizzare la scheda numero 579 (archivio incidenti 2005/2008).
Tiziano Menduto