Le verifiche strutturali degli apparecchi di sollevamento.

Le verifiche strutturali degli apparecchi di sollevamento.

Le verifiche strutturali degli apparecchi di sollevamento: il problema dei certificati di vita residua rilasciati senza aver effettuato le opportune indagini strumentali.

Gli apparecchi di sollevamento, e in particolare la gru a torre, sono soggetti a cicli di carico, ossia a fenomeni di fatica strutturale che, nel corso del tempo e sotto l’azione di carichi variabili, possono portare all’indebolimento di sezioni strutturali con conseguenti possibili cedimenti.
Come un filo di ferro si rompe dopo averlo sottoposto a cicli di carico ripetuti (flessioni) così nella struttura della gru si manifestano delle piccole lesioni (cricche) che si sviluppano in alcuni elementi o in sezioni degli stessi sotto l’azione di carichi variabili. La presenza di sezioni di carpenteria indebolite da fenomeni di fatica può portare nel tempo al collasso strutturale degli apparecchi di sollevamento con evidenti conseguenze.
E’ per questo motivo che i funzionari pubblici AUSL/ARPA, titolari delle verifiche periodiche e straordinarie, possono prescrivere, generalmente quando la gru supera i 10 anni di vita, una verifica più approfondita rispetto alla consueta verifica periodica annuale. Questa ispezione prescritta prende il nome di verifica strutturale e serve a capire, sulla base delle condizioni della struttura, quanti cicli di vita residui rimangono alla gru rispetto alla classe stabilita dal costruttore. Gli apparecchi di sollevamento infatti, come d’altronde la maggior parte delle macchine e degli impianti, sono progettati per funzionare per un periodo definito. Quando si raggiunge il numero di cicli previsti la struttura non conserva più le caratteristiche di sicurezza originarie.
La gru a torre per esempio, secondo quanto previsto dalle norme CNR 10021/85 al prospetto AIII-1, devono essere progettate per una classe di funzionamento A3-A5 a cui corrisponde, in funzione del regime di carico previsto per l’apparecchio, un numero di cicli variabile tra 63.000 e 250.000.
Una volta effettuato questo numero massimo di cicli, l’apparecchio non può più essere utilizzato anche se in buone condizioni di conservazione e manutenzione.
Si ricorda che un ciclo ha inizio quando il carico comincia ad essere sollevato ed ha termine nel momento in cui, depositato il carico, l’apparecchio è pronto per l’effettuazione di un nuovo sollevamento.
La CNR 10021/85 non è l’unica norma che viene utilizzata per la classificazione degli apparecchi di sollevamento. Vengono utilizzate anche le norme DIN 15018, le norme ISO 4301/1 e le regole tecniche FEM 1.001 e FEM 9.511.
Ma quali sono le cose che deve fare il tecnico incaricato dal Datore di Lavoro (il cosiddetto Ingegnere Esperto ai sensi della norma UNI ISO 9927-1 punto 5.2.2) per poter risalire al numero teorico dei cicli effettuati fino a quel momento e rilasciare il certificato di vita residua della gru?

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AUTORE: Ing. CATANESE FRANCESCO – Libero professionista nel campo degli apparecchi di sollevamento
PERSONAL WEB SITE: www.tuttogru.com

 

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Alessandro Pratelli

Perito aeronautico, calsse '72. Lavora come redattore tecnico dal 1995 poi fonda AP Publishing. Appassionato di Direttive e norme tecniche. La frase che preferisce? "Se non alzi mai gli occhi, ti sembrerà di essere nel punto più in alto".