Buone pratiche e prevenzione nelle lavorazioni dei materiali lapidei
Settore del porfido: le soluzioni disponibili per il contenimento dell’esposizione dei lavoratori a polveri minerali. Le misure generali riguardo alla pulizia, alle procedure operative e alle caratteristiche dei sistemi di prevenzione.
questa notizia è stata tratta da puntosicuro.it
PuntoSicuro ha pubblicato nei giorni scorsi gli atti del seminario “Esposizione a silice. Valutazione del rischio e misure di prevenzione”, seminario che si è tenuto a Cembra (TN) il 16 ottobre 2009 e che è stato organizzato dalla sezione Triveneta dell’Associazione Italiana degli Igienisti Industriali ( AIDII) con il patrocinio del Comune di Cembra, Inail e NIS.
Nell’incontro si sono affrontati anche i temi della sicurezza e salute dei lavoratori del comparto lapideo; temi molto importanti anche perché in questo comparto elementi come le polveri, il rumore o il microclima sono ancora troppo spesso considerati aspetti ineluttabili del lavoro lapideo o, comunque, come fattori non pericolosi per la salute.
Ci soffermiamo sull’intervento “Le Buone pratiche nelle lavorazioni dei materiali lapidei”, a cura dell’Ing. Pieralberto Trentini.
L’intervento offre un repertorio di “soluzioni disponibili per il contenimento dell’ esposizione dei lavoratori a polveri minerali, nel settore del porfido”, ed è relativo ad un lavoro prodotto nell’ambito del progetto “Miglioramento della salute e della sicurezza dei lavoratori del settore del porfido”.
In particolare con questo progetto è stato possibile “elaborare un elenco di possibili azioni di miglioramento delle condizioni di lavoro relative alla esposizione alle polveri nel comparto del porfido del Trentino, che costituiscano una linea di indirizzo, finalizzata a garantire la sistematica diffusione in tutte le imprese di alcune misure di prevenzione (‘ buone prassi’), ritenute concretamente e ragionevolmente attuabili, in funzione degli adempimenti normativi di tutela previsti”.
Il gruppo di lavoro ha pensato che fosse utile intervenire tecnicamente su:
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riduzione del rischio alla fonte;
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installazioni impiantistiche di controllo;
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organizzazione e procedure di lavoro;
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dispositivi di protezione individuale.
E ha affrontato in particolare le seguenti problematiche relative al comparto: fronte cava, prime lavorazioni, seconde lavorazioni, lavorazioni accessorie, comportamenti.
Riportiamo innanzitutto alcune delle misure di carattere generale indicate dal gruppo di lavoro, ad esempio in relazione alla pulizia:
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“non usare mai la soffiatura, specie aria compressa, per qualsiasi tipo di pulizia di macchine, utensili, vestiari, etc. (eccezionalmente è ammessa in concomitanza di un appropriato uso di DPI per la pulizia di trance, filtri pale ecc.);
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mantenere pulito il posto di lavoro allontanando frequentemente gli sfridi (residui di lavorazione, ndr) ed evitando l’accumulo di materiale pulverulento;
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curare la pulizia personale con uso di aspiratori;
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per la pulizia dei macchinari utilizzare aspiratori, spazzole aspirare o lavaggio a bassa pressione (ove tecnicamente possibile)”.
Riguardo alle procedure operative si consiglia di:
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“quando applicabile, prevedere l’allontanamento temporaneo del personale;
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evitare sempre la presenza del personale non necessario alle operazioni a rischio;
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curare la viabilità (ad es. le vie di percorrenza durature) e la mobilità dei mezzi, per il contributo che danno all’ulteriore sollevamento di polvere;
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ridurre o contenere la velocità dei mezzi (anche ai fini della sicurezza);
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identificare e correggere comportamenti individuali e/o operatività individuali suscettibili di incrementare la polverosità”.
Per il posizionamento di impianti e attrezzature vengono fornite le seguenti indicazioni:
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“accentramento per tipologia di lavorazione con ottimizzazione dei sistemi di captazione e di abbattimento;
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allontanamento o segregazione di lavorazioni particolarmente polverose;
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organizzazione degli spazi tenendo conto della opportunità di riduzione delle occasioni di movimentazione del materiale e dei percorsi necessari a queste (v. anche metodi alternativi quali nastri trasportatori)”.
Infine le caratteristiche dei sistemi di prevenzione:
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in sede di acquisto verificare la rispondenza alle norme tecniche, richiedendolo espressamente ai fornitori di attrezzature, macchinari ed utensili fatto salvo la disponibilità sul mercato e la sostenibilità economica;
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per le aspirazioni deve essere effettuato il corretto dimensionamento dei mezzi di captazione, convogliamento e di evacuazione;
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deve essere effettuata una corretta manutenzione con relativa verifica della efficienza;
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è auspicabile l’adozione di sistemi di recupero e stoccaggio delle acque meteoriche, anche non in carenza di acqua, per le operazioni di bagnatura”.
Rimandandovi alla lettura del documento originale, ricco di informazioni e di immagini, diamo ora qualche informazione relativa alle misure di prevenzione specifiche.
Ad esempio riguardo alla “fase fronte cava” nella preparazione del sito (con uso di macchine per movimentare la terra) si consiglia di “utilizzare mezzi cabinati con sistemi di filtrazione dell’aria, secondo le norme tecniche”. Al datore di lavoro si ricorda di verificare l’adeguatezza dei requisiti del filtro al momento dell’ordine, di definire le procedure di pulizia (tempi e modi) e istruzione del personale e di programmare la manutenzione dei filtri. Nelle note per il lavoratore si indica di “mantenere chiuse le porte ed i finestrini durante le operazioni” e di mantenere la “pulizia interna della cabina”.
Se nella fase fronte cava si utilizzano perforatrici senza operatore a bordo si ricorda che una buona pratica consolidata è l’uso di un “dispositivo di aspirazione a bocca foro o abbattimento con acqua e/o emulsioni” e comunque va previsto l’uso di DPI. Per i lavoratori si consiglia di “mantenere la massima distanza possibile” e “utilizzare DPI nel cambio asta e manutenzione”.
Nel trasferimento di materiale si consiglia poi di:
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“utilizzare mezzi cabinati con sistemi di filtrazione dell’aria, secondo le norme tecniche”;
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eseguire “ manutenzione, pulizie e bagnatura periodica delle vie di percorrenza;
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evitare lo scarico del materiale dall’alto durante l’orario di lavoro (considerare anche il possibile coinvolgimento di lavoratori di cave vicine)”.
In questo caso una buona pratica consiste nella stabilizzazione (es. asfaltatura o utilizzo fluidi polimerici) delle “vie di percorrenza il cui utilizzo sia previsto per un periodo prolungato”. O anche la “bagnatura e/o installazione di impianti a sprinkler o simili con azionamento automatico”. Ai lavoratori si ricorda di “tenere una velocità consona alla situazione viabile” e “mantenere chiuse le porte ed i finestrini durante le operazioni”.
Concludiamo segnalando ai nostri lettori che nell’intervento vengono fornite informazioni sulla prevenzione relative all’utilizzo di numerose attrezzature e macchinari: cubettatrice, rettificatrice, mola a disco, idrolancia, fiamma ossidrica, fiammatrice, disco levigatrice orbitale, lucidatrice a banco, frantoio, …
“ Le Buone Pratiche nelle lavorazioni dei materiali lapidei”, Ing. P. Trentini – A.P.S.S. TRENTO – U.O. Prevenzione Sicurezza Ambienti di Lavoro – N.O. Medicina del Lavoro, intervento relativo al seminario formativo “Esposizione a silice. Valutazione del rischio e misure di prevenzione” (formato PDF, 1.58 MB).