FAQ su Atex

FAQ su Atex

Nella presente sezione si riportano i pareri espressi dallo Studio di Ingegneria Marigo relativi alla sicurezza sul lavoro (ambienti di lavoro, attrezzature di lavoro, direttiva ATEX, ecc.)

tratta da studiomarigo.it


Una polvere con una percentuale di polveri sottili alla sorgente, del 5, 10 oppure 15% è “esplosiva”?

Dipende. In generale in condizioni stazionarie probabilmente no (se il profilo granulometrico è continuo). Le polveri più grossolane tenderanno infatti ad “inertizzare” le polveri più fini grazie a fenomeni di diluizione della concentrazione e raffreddamento. Risulta infatti più difficoltoso il riscaldamento di polveri di grande diametro rispetto a quelle a piccolo diametro.
ATTENZIONE: questa considerazione può risultare valida solo nei casi di condizioni stazionarie (=interno delle tubazioni). In contenimenti ad elevata turbolenza, a causa del fenomeno che abbiamo descritto in altra FAQ, ci sarà una concentrazione delle polveri in sospensione selezionata rispetto alle più sottili, che sono proprio quelle maggiormente reattive rispetto alla esplosione. Quindi, nel caso di contenimenti, la selezione della granulometria in sospensione dovuta al “galleggiamento” delle polveri risulterà (quasi) indipendente dalla concentrazione in ingresso. E dipenderà molto di più dalle velocità locali dell aria.

Come si comportano le concentrazioni delle polveri dentro a contenimenti e tubazioni?

Le polveri manifestano due comportamenti radicalmente differenti a seconda che si trovino dentro a tubazioni oppure a contenimenti. Nel primo caso (tubazioni) il convogliamento aeraulico delle polveri mantiene approssimativamente, in sospensione, i profili granulometrici presenti alla sorgente di emissione ed è molto semplice il calcolo della concentrazione delle stesse dentro al condotto.
Invece le polveri in sospensione dentro a contenimenti caricati pneumaticamente (es. silos, filtri, cicloni, ecc.), tenderanno a selezionarsi. Infatti, dato che la velocità di sostentamento risulta approssimativamente proporzionale al diametro aerodinamico, le polveri sottili, per mantenersi in sospensione una volta contenute nel filtro, avranno necessità di minime velocità dell aria mentre quelle più grossolane si manterranno in sospensione solo in presenza di elevate turbolenze.

Esiste strumentazione in grado di misurare la concentrazione di vapori, gas e polveri?

Strumenti per la misura della concentrazione di gas e vapori sono comunemente presenti sul mercato. La misura delle polveri è più complicata. In flussi stazionari è possibile rilevare tale parametro grazie a sensori triboelettrici

Quali sono le polveri che contribuiscono ad una esplosione?

La norma specifica che le polveri che contribuiscono ad una esplosione sono quelle che possiedono diametri inferiori a 500 micron. In realtà, in una buona maggioranza di casi, la capacità di dar luogo ad una esplosione si annulla nelle polveri con granulometria superiore a 300 micron.
In genere, le caratteristiche di esplosione risultano indipendenti dal processo di produzione per granulometrie inferiori a circa 63 micron. Questo vuol dire che i parametri di esplosività saranno simili, nel caso di granulometrie superiori a 63 micron, solo se materiale e ciclo di produzione sono assimilabili. Il medesimo materiale e la medesima granulometria può generare esplosioni radicalmente differenti se il processo di produzione risulta differente. Infatti è sempre possibile che polveri possiedano pari granulometria a una “rugosità” del grano differente.

Quali sono le polveri che devo selezionare per i test di esplosione?

Alla luce di quanto illustrato in altre FAQ, la protezione dei contenimenti deve essere progettata in base all energia liberata durante una esplosione. E tale energia risulterà fornita, in buona parte, dalle polveri in sospensione durante il fenomeno. E le polveri in sospensione sono quelle sottili. Un campione rappresentativo di tali polveri risulterà generalmente presente in adiacenza delle maniche filtranti. Questo naturalmente a patto che il filtro risulti in funzione da un tempo sufficientemente rappresentativo del ciclo di produzione (cfr. funzione t-Student)
Naturalmente, nel caso di materiali idrosolubili, tale considerazione può non essere applicabile vista la possibile formazione di croste dovute alla continua solubilizzazione e successiva solidificazione del materiale.

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Alessandro Pratelli

Perito aeronautico, calsse '72. Lavora come redattore tecnico dal 1995 poi fonda AP Publishing. Appassionato di Direttive e norme tecniche. La frase che preferisce? "Se non alzi mai gli occhi, ti sembrerà di essere nel punto più in alto".